In termini generali, l’ansia è definita come una condizione di allarme eccessivo rispetto a stimoli che il soggetto avverte come potenzialmente minacciosi.
Una condizione di accentuata attivazione psicofisica dell’organismo può essere del tutto funzionale al raggiungimento di uno scopo, ad es. quando si è impegnati per superare un esame o in attesa di una valutazione o quando si affrontano cambiamenti di vita che confrontano l’individuo con situazioni nuove.
Per distinguere una risposta normale di attivazione dell’organismo davanti ad uno stimolo nuovo o minaccioso da una condizione di
ansia patologica ci sono alcuni parametri da considerare:
- frequenza, intensità e durata dello stato ansioso
- rapporto tra evento scatenante e risposta emotiva della persona
- livello di sofferenza soggettiva dovuta allo stato ansioso
- grado di compromissione nei diversi contesti (sociale, familiare, lavorativo, scolastico) dovuta alla condizione di sofferenza
L’ansia patologica è una condizione disfunzionale che può esprimersi con sintomi differenti.
Può manifestarsi come preoccupazione eccessiva, irrequietezza, senso di paura, affaticabilità, distraibilità, difficoltà a concentrarsi ed accompagnarsi, a volte, ad una forte componente fisica (tremori, palpitazioni, senso di oppressione al torace, fame d’aria, senso di vertigine, sudorazione, nodo alla gola).
In altri casi può generare una condizione di malessere che si esprime direttamente con un sintomo somatico (disturbi gastro-intestinali, cefalea muscolo-tensiva, dermatiti).
Lo stato ansioso patologico può essere una condizione temporanea legata a determinati momenti di vita o essere, come avviene in alcuni quadri di disturbo di personalità, una condizione strutturale che accompagna la persona per gran parte della vita.
L’ansia, così come ogni altro stato emotivo, è sempre di qualcuno e non può essere trattata come una cosa uguale per tutti.
Questo è uno dei motivi per cui i farmaci spesso prescritti per la sintomatologia ansiosa (ansiolitici o antidepressivi: Tavor, Xanax, Efexor, Cipralex) non sempre hanno l’effetto desiderato di eliminare la sofferenza della persona, sebbene possano contribuire ad alleviare la sintomatologia.
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Ansia Psicologo Roma Monteverde