“Non sono la pigrizia, la cattiva volontà, la goffaggine che mi fanno fallire o non fallire in tutto: vita familiare, amicizia, matrimonio, professione, letteratura, ma è l’assenza del suolo, dell’aria, della legge. Crearmi queste cose, ecco il mio compito… il compito più originale.”
Kafka, Diari
Il Disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) di personalità è un disturbo d’ansia, grave e piuttosto diffuso (ne soffre il 2,5% della popolazione generale). Esordisce in media nella fascia d’età tra l’inizio della pubertà e la prima età adultà (10-20 anni) ed è più diffuso tra gli uomini che tra le donne (in un rapporto 2:1).
La diagnosi, spesso, non arriva al primo esordio. Ciò accade per motivi differenti, dall’incapacità di gestione da parte dei genitori o dei curanti alla tendenza che alcune persone che soffrono di DOC possono avere di non riconoscere di avere un disagio. In questo caso può capitare che, sulla spinta del senso di colpa per la preoccupazione di far soffrire i propri cari, la persona con DOC si motivi a cercare un professionista.
Tutti abbiamo avuto delle preoccupazioni nella vita e possiamo averne tuttora. Ci preoccupiamo del lavoro, della scuola, della salute, delle nostre relazioni con gli altri o con i nostri familiari. Nel DOC le ossessioni le preoccupazioni rispetto a specifici temi sono ricorrenti e disabilitanti e le compulsioni possono occupare molto tempo nell’arco di una giornata.
SINTOMI DI OSSESSIONE
Le ossessioni sono pensieri o immagini ricorrenti, persistenti, non voluti che causano un sentimento di ansia e disagio. Spesso si articolano attorno a un tema specifico ma possono anche essere riferite a più ambiti contemporaneamente. Alcuni comportamenti, rituali o azioni mentali possono essere agiti per alleviare lo stato ansioso.
I temi più ricorrenti sono:
- la paura della contaminazione o dello sporco
- l’idea di avere le cose in un certo ordine e simmetria
- il pensiero angosciante di fare del male a qualcuno o a se stessi
- i pensieri intrusivi di aggressione o a sfondo sessuale o religioso
Esempi di ossessioni possono essere
- la paura di essere contaminati con una stretta di mano o toccando oggetti che altri hanno toccato
- il dubbio di aver chiuso la porta o aver lasciato elettrodomestici pericolosi accesi in casa
- l’essere molto a disagio se le cose non sono nell’ordine stabilito
- l’immaginare di fare del male a qualcuno o a se stessi
- la paura di gridare oscenità o avere dei comportamenti inappropriati in luoghi pubblici
- l’avere ricorrenti immagini sessuali che irrompono nella mente contro la propria volontà
SINTOMI DI COMPULSIONI
Le compulsioni sono azioni che la persona con DOC deve fare per alleviare lo stato di disagio in cui si trova a causa delle ossessioni o per scongiurare che, per una propria mancanza, si avverino brutti presagi.
Come per le ossessioni anche le compulsioni hanno dei temi principali:
- lavaggi e pulizia
- contare
- controllare
- cercare rassicurazioni
- seguire delle rigide routine
- eccessivo ordine
Esempi di compulsioni possono essere:
- lavarsi le mani un numero eccessivo di volte al giorno o seguendo dei rituali particolari
- accertarsi di continuo che le porte siano chiuse
- spegnere ripetutamente gli interruttori della luce, del gas o di alcuni elettrodomestici
- contare secondo specifiche sequenze
- ripetere di continuo fra sé preghiere, parole o frasi
- sistemare costantemente i cibi o i vestiti o qualsiasi altro oggetto in un ordine ben preciso
I sintomi tendono a variare per intensità e forma nell’arco degli anni e generalmente si accentuano in periodi di forti preoccupazioni o cambiamenti di vita.
Gli adulti con OCD sono di solito in grado di riconoscere che le loro ossessioni e compulsioni non hanno alcun senso pur non potendole controllare. I bambini con questo disturbo possono invece non saper discriminare tra ciò che è reale o giusto e ciò che è immaginario o sbagliato.
Il DOC è un disturbo psicologico che, come ogni altra sofferenza psicologica va contestualizzata all’interno della prospettiva della persona, della sua storia, del suo modo di sentirsi con sé e con gli altri. La cura passa dalla comprensione della necessità delle ossessioni, come unica lente per leggere il mondo, e dal poter rendere più flessibile il proprio sistema di regole astratte.