I disturbi del comportamento alimentare sono dei disturbi psicologici che portano le persone che ne soffrono ad essere costantemente preoccupate per il cibo e per la perdita di peso. Il pensiero delle calorie e del rischio di ingrassare assorbe completamente l’attenzione tanto da rendere difficile occuparsi con passione e interesse di altre cose.
I disturbi alimentari più frequenti sono l’anoressia nervosa, la bulimia nervosa e il disturbo da alimentazione incontrollata (binge-eating).
Questi disturbi possono causare una serie di complicazioni fisiche e, in casi estremi, essere rischiosi per la vita stessa. Sebbene anche i maschi possano soffrirne, sono più frequenti fra le donne.
Possono presentarsi in qualunque stadio della vita ma l’età di maggiore incidenza è l’adolescenza (tra i quindici e i vent’anni).
Avere un disturbo alimentare non vuol dire soltanto voler essere il più magri possibile o aderire a qualche modello di perfezione dettato dalla società.
Soffrire di anoressia, bulimia, binge-eating è una maniera per far fronte a ciò che spaventa, che mette in crisi, a situazioni di agitazione intollerabile, di sensazioni senza controllo.
Il cibo diventa lo strumento per regolare stati d’animo insostenibili e le sensazioni di fame, vomito, sazietà divengono modalità per essere con se stessi di fronte a sentimenti di incapacità e inadeguatezza.
Alcuni disturbi alimentari possono presentarsi o accentuarsi durante determinati contesti di vita come la perdita di figure di riferimento, la fine di una relazione, il cambiamento di scuola, l’inizio di un nuovo lavoro.
Queste situazioni di cambiamento possono essere il contesto di un momento critico perché compromettono il proprio senso di identità e impongono di doversi rimettere in gioco con se stessi e con gli altri.